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Ogni giorno ognuno di noi affronta diverse situazioni: in famiglia, al lavoro, con i colleghi, gli amici o gli incontri che capitano. In ognuna di queste situazioni agisce una parte diversa di noi: se ci osserviamo nella nostra giornata vediamo che a casa siamo in un modo (diverso a seconda se interagiamo con nostro marito, i figli, i genitori), con il nostro capo o i colleghi siamo in un altro, con i nostri amici in un altro ancora. Abbiamo abitudini, ruoli, convinzioni. William James diceva che ci sono tante parti di noi quante sono le persone con cui entriamo in relazione: se ci pensiamo, wow…quante parti! Proprio “Uno, nessuno, centomila” di Pirandello! Quanti personaggi interiori vivono in noi?
L’animo molteplice della Psicosintesi
In Psicosintesi, questi personaggi interiori, questa molteplicità di parti che vive dentro di noi, viene chiamata “animo molteplice”: sono subpersonalità, ognuna con il suo abito, una maschera diversa. Quando andiamo a lavorare indossiamo la maschera del ruolo che impersoniamo in quel momento, che sia da manager, insegnante, avvocato… torniamo a casa e indossiamo quella della madre o del marito, e così via.
I bisogni delle subpersonalità
Le subpersonalità hanno i loro bisogni, desideri, aspettative; nascono come strategie di ‘sopravvivenza’, per esempio il bravo bambino che se ne sta tranquillo per non irritare, lo studente modello, il bullo, il ribelle, il prepotente. Pensiamo a quando abbiamo visto qualcuno che conosciamo indossare la maschera della seduzione e noi siamo rimasti stupiti perché quella era una parte che non avevamo mai visto in quella persona e non pensavamo fosse così. Probabilmente quella parte è nata nell’infanzia per ottenere con l’amabilità e le moine quello che si voleva e ritorna ogni tanto anche da adulti quando si vuole ottenere qualcosa senza sforzo.
L’identificazione nelle subpersonalità
Spesso siamo tanto identificati in un ruolo da non uscirne più. Questo succede quando per esempio portiamo il lavoro a casa: siamo manager tutto d’un pezzo anche con i figli e anziché usare le qualità della madre o del padre, li trattiamo come se fossero clienti o dipendenti. A risentirne è la comunicazione e la relazione madre/padre-figlio.
A volte capita che le diverse parti siano in contrasto tra loro: ognuna richiede la nostra attenzione, ci tirano da una parte e dall’altra. Strattonati un po’ di qua e un po’ di là rimaniamo senza energia.
Essere consapevoli dei nostri personaggi interiori
Per queste ragioni è importante riuscire ad essere consapevoli delle subpersonalità che agiamo in modo da non lasciarci guidare da loro. Prenderne le giuste distanze e rimanere centrati nel nostro ‘Io’, in quello spazio dentro di noi di centratura dove possiamo osservare ciò che succede nel suo complesso, ci permette di non disperdere energie.
Per cominciare a prendere dimestichezza con le nostre parti possiamo chiederci:
- Quale parte di noi sta entrando in scena?
- Quale parte sta pensando?
- Quale parte sta parlando?
- Quale parte sta provando questa emozione?
Se vuoi approfondire il tema dei “personaggi interiori”, ti invito a scaricare l’ebook gratuito “Il party delle parti” dove troverai anche degli esercizi per iniziare a conoscere meglio le subpersonalità che agiscono dentro di te.
Letture per approfondire
- Roberto Assagioli – Per vivere meglio
- Daniele De Paolis – L’io e le sue maschere
- Piero Ferrucci – Crescere
- Petra Guggisberg Nocelli – Conosci, possiedi, trasforma te stesso
- Mauro Scardovelli – Subpersonalità e crescita dell’io
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