Tempo di lettura: 5’
Nel pensiero comune si è portati a pensare che essere minimalista significhi possedere di meno, essere anti-consumista, vivere una vita in povertà e piena di rinunce, ma non è propriamente così: significa sì togliere qualcosa dalla nostra vita, ma per aggiungere qualcos’altro, togliere ciò che è superfluo, ciò che non usiamo, per avere più spazio e anche più tempo per poterci concentrare su ciò che è veramente importante. Il minimalismo come stile di vita viene visto in maniera distorta.
In sintesi il minimalista sceglie cosa avere.
Pensiamo a casa nostra, a quanto sono piene di oggetti che non guardiamo neanche più ma che dobbiamo spolverare tutti i giorni o quasi se non vogliamo soffocare nella polvere. In questo caso, eliminare gli oggetti superflui ci permetterà di avere un ambiente più sgombro e quindi passeremo meno tempo a pulire (pulire un piano semivuoto è decisamente più veloce che fare la polvere a tanti oggetti che lo ricoprono) e con il tempo risparmiato potremo fare altro, svolgere un’attività che ci piace, cucinare, fare una passeggiata, yoga, stare con le persone a cui vogliamo bene.
Una stanza più libera e ordinata è più accogliente e più rilassante, anche il cervello fa meno fatica a concentrarsi e ad elaborare le informazioni in uno spazio più libero migliorando la capacità di pensare creativamente.
Avete mai fatto caso che quando dobbiamo fare ordine dentro di noi, spesso ci mettiamo a mettere a posto i cassetti di casa? Mettere a posto il disordine, eliminare ciò che non ci serve e creare spazio fuori, è un esercizio inconscio che ci aiuta a fare ordine anche dentro di noi, a svuotare la mente e ritrovare nuove energie.
Cosa significa minimalismo come stile di vita
Essere minimalista vuol dire sapere quali sono le nostre priorità, rimuovere ciò che è inutile, che è in eccesso. Significa tenere l’essenziale, ciò che è vicino alla nostra essenza e che è importante per noi. Il “tanto” è una distrazione. Rimuovere le distrazioni ci permette di essere più produttivi e di concentrarci su ciò che rende significativa la nostra vita.
Dare maggiore valore alle persone e alle esperienze ci fa sentire più soddisfatti tanto da avere meno bisogno di oggetti come riempitivo: in fondo la maggior parte degli oggetti sono questo, un riempitivo, sono qualcosa che compriamo perché è “la moda”, perché “tutti ne hanno uno”, perché nel possederli ci sentiamo parte di un gruppo.
Il denaro che spendiamo per acquistare qualcosa, se ci pensiamo bene, altro non è che il nostro tempo: il tempo che abbiamo passato lavorando per guadagnare quei soldi che buttiamo via per oggetti che in fondo non ci servono. La maggior parte delle cose di cui pensiamo di aver bisogno sono solo cose che vogliamo al momento e di cui spesso non abbiamo affatto bisogno.
Esercizio
Un esercizio utile che possiamo fare con le cose che abbiamo in casa è questo. Scegliamo degli oggetti e poniamoci tre domande:
“Quando è stata l’ultima volta che l’ho usato?”
“Questa cosa aggiunge valore alla mia vita?”
“È qualcosa che posso sostituire? Posso utilizzare qualcos’altro?”
Se le risposte sono: “non lo uso da un po’ di tempo; non aggiunge valore; sì, può essere sostituito” allora possiamo fare a meno di quell’oggetto.
Negli oggetti sono racchiusi i nostri attaccamenti: lasciare andare gli oggetti è un esercizio che ci permette di allenarci a lasciare andare le emozioni, le situazioni, le relazioni malsane.
Il superfluo non riguarda solamente gli oggetti o i vestiti, ma anche le relazioni, le paure, l’alimentazione e altri aspetti della nostra vita.
Minimalismo come stile di vita: cosa possiamo eliminare
# Il minimalismo sullo smartphone e nella tecnologia
Prendiamo in considerazione il nostro smartphone: quanto tempo passiamo sui social scorrendo profili di persone a noi indifferenti, oppure leggendo notizie che magari neanche ci interessano veramente?
Quante newsletter che ci riempiono la posta riceviamo e cestiniamo direttamente senza neppure aprirle? Quante notifiche ci distraggono?
Quante sono le app che non abbiamo mai aperto o i programmi che abbiamo installato sul pc e che non usiamo, ma che lo rallentano e occupano memoria?
Tutto questo è fonte di distrazione e di perdita di tempo.
# Il minimalismo nelle relazioni
Essere minimalista nelle relazioni può voler dire lasciare andare relazioni tossiche, che risucchiano un sacco di energie, per le quali ci addossiamo delle responsabilità che non ci competono, e dedicare il nostro tempo e le nostre attenzioni a relazioni nutrienti, che ci fanno stare bene e con le quali ci sentiamo in sintonia.
È importante avere intorno un gruppo di persone che, anche se non condividono le nostre scelte, sono comunque disposte a sostenerci perché ci tengono a noi e vogliono che noi siamo felici.
In questo caso possiamo chiederci: quale valore aggiunge questa relazione alla mia vita, o quanta energia richiede?
Non è necessario eliminare le relazioni, ma può essere sufficiente ridurne la frequenza e il tempo dedicato.
# Il minimalismo nei regali
In un anno ci sono molte ricorrenze nelle quali facciamo regali per mostrare il nostro affetto: Natale, il compleanno, San Valentino, la festa della Mamma, quella del papà sono solo alcune. Siamo abituati a fare e a ricevere regali perché ci è stato insegnato che il regalo è uno dei linguaggi dell’amore così doniamo anelli o altri oggetti costosi, tanto da mercificare l’amore e diventare “consumatori dell’amore”: si è incapaci di esprimere il proprio sentire, si delega ad un oggetto il compito di dire qualcosa di importante, tuttavia un brillante non è segno di amore eterno. Impegno, fiducia, dedizione e comprensione sono segni dell’amore.
I regali sono una transazione, ma l’amore non è una transazione, esso trascende il possesso di oggetti materiali e può essere dimostrato solo attraverso i gesti, le attenzioni, la cura, l’empatia, la presenza e la condivisione dei momenti felici e delle difficoltà. Intendiamoci, non c’è nulla di sbagliato nel fare regali a chi si ama; quello che penso sia sbagliato è affidare ad un oggetto l’espressione del sentimento dell’amore.
Il minimalismo nell’alimentazione
In questo caso si tratta di avere un occhio di riguardo per la nostra dieta eliminando cibi spazzatura o poco salutari. Inoltre spesso mangiamo più di quanto sia necessario al nostro corpo, o non prestiamo molta attenzione alla qualità del cibo che introduciamo. Anche qui possiamo eliminare i cibi e quantità che non ci fanno bene per introdurre qualità ed essenzialità. Cosa vuole dire essere minimalisti in cucina? Prova a trovare tu la risposta.
In sintesi il minimalista
# Sceglie
# Si conosce a fondo
# Sa cosa è importante per lui/lei
# Sa lasciare andare
# Dà valore alle esperienze
# Si prende cura di sé
# Ricerca relazioni nutrienti
Letture per approfondire
- Cal Newport, Minimalismo digitale. Rimettere a fuoco la propria vita in un mondo pieno di distrazioni
- Fiumo Sasaki, Fai spazio nella tua vita – “Goodbye Things”
- Francesca Rosi, Minimalismo e decluttering, l’arte del riordino per vivere felici
- Marie Kondo, Il magico potere del riordino
- Francine Jay e S. Di Profio, Il minimalista. Meno cose = Più felicità. Guida al riordino per tutta la famiglia
- Leo Babauta, Piccola guida per una vita minimalista
- Leo Babauta, The Power of Less: The Fine Art of Limiting Yourself to the Essential…in Business and in Life
- Bekka Thomas, Minimalism, how to become a minimalist
Strumenti pratici
per riconoscere, superare e trasformare la paura di fallire
La paura di non farcela è una delle ragioni principali che blocca le persone
nella realizzazione di ciò che più desiderano.
Ma come possiamo andare oltre questa paura?
Cambiando la nostra mentalità e riprendendoci il nostro potere personale.
Nel videocorso imparerai
passo dopo passo a conoscere i vari aspetti della paura di fallire, a comprendere come si muove, a scoprire come affrontarla e superarla.