- Cambio lavoro o rimango dove sono?
- Mi butto in questa nuova relazione, oppure lascio perdere?
- Mi separo, oppure no?
- Vado a vivere in un’altra città, oppure rimango dove sono?
Capita a volte di sentirci in “scacco matto”, cioè in una situazione in cui le ragioni che ci spingono a cambiare e quelle che ci farebbero rimanere nella situazione attuale sono entrambe forti e ci paralizzano. È proprio in questi momenti, in cui è in corso dentro di noi una lotta tra stabilità e cambiamento, che possiamo aprirci e imparare l’arte della possibilità.
Cosa vuol dire imparare l’arte della possibilità?
L’arte della possibilità è un processo di apertura verso il nuovo: rappresenta il momento in cui ci apriamo ad una nuova possibilità dove il cambiamento non è ancora attuato ma nello stesso tempo non ci troviamo più nella permanenza della stabilità. Il solo fatto di sentire dentro di noi una nuova possibilità permette di scegliere e di sentirsi più protagonisti della propria vita. Anche nel caso in cui il cambiamento non si mettesse in atto. Questo aprirsi a diverse possibilità tra cui scegliere, genera una nuova percezione di noi stessi e rafforza il nostro potere personale.
Attraverso l’arte della possibilità possiamo disegnare una cornice diversa intorno alle circostanze che ci bloccano e sollevarci dalla nostra lotta interiore. Vediamo come fare.
#1. Possiamo reinterpretare
La vita è determinata da come interpretiamo le cose, quindi… tanto vale inventare una storia o un quadro di significato che migliori la qualità della nostra vita e quella di chi ci circonda. Quando ci succede qualcosa possiamo scegliere l’interpretazione più potente.
Shakespeare dice: “Non c’è niente di buono né di cattivo, è il pensiero che lo rende tale”.
Lo dicono anche tutti i grandi Maestri: ogni cosa che ci succede è una storia che abbiamo bisogno di interpretare.
Un modo semplice per re-interpretare ciò che ci succede e trovare nuove possibilità è quello di porsi queste domande:
- Aspetta un momento, cosa sta succedendo?
- Quale supposizione sto facendo?
- Come potrei cambiare punto di vista?
- Cosa mi darebbe altre scelte?”
#2. Diamo 10 e lode
Si dice che Michelangelo affermasse che in ogni blocco di pietra o di marmo abita un capolavoro: basta rimuovere il materiale in eccesso per rivelare l’opera d’arte al suo interno. Potremmo applicare questo concetto alla nostra vita e concentrare tutta l’energia sul togliere il marmo in eccesso, sbarazzandoci di tutto ciò che ostacola lo sviluppo delle nostre abilità, della padronanza e dell’espressione di noi stessi.
Potremmo chiamare questa pratica: “dare un 10 e lode”. Questo è un modo di vedere noi stessi, le altre persone e il mondo in generale da una prospettiva michelangiolesca, dove la nostra bellezza e quella degli altri, i talenti e le qualità vengono riconosciute e onorate.
Questo implica meno critica negativa e più impegno a liberare il meglio in ciascuno, partendo da noi stessi. È anche un modo di avvicinarsi alle persone che permette di trasformare noi stessi e gli altri. La “pratica del 10 e lode” permette di aprirci ad un universo di possibilità.
#3. Facciamo il gioco del contributo
I passi da fare per questo gioco sono semplici. Ogni mattina:
1. Dichiara a te stesso di essere un contributo, cioè di essere una persona che dà, che offre, che contribuisce a produrre un determinato effetto
2. Chiediti come puoi essere un contributo, cosa puoi dare, cosa puoi offrire, cosa puoi mettere in gioco di te. La domanda chiave è: “Come sarò un contributo oggi?”
3. Buttati nella vita come qualcuno che fa la differenza, accettando anche di non capire come o perché.
Il gioco del contributo ha notevoli poteri per trasformare le situazioni e aprire la porta a infinite possibilità.
#4. Smettiamola di lamentarci
Stiamo scegliendo di essere vittime o progettisti?
Una delle differenze la vittima e il progettista è dove si mette il focus di attenzione… Per le vittime l’attenzione è sempre su ciò che non vogliono: non vogliono la persona, la condizione o la circostanza che considerano il loro persecutore. I problemi sembrano moltiplicarsi costantemente nella loro vita.
I progettisti, invece, pongono la loro attenzione su ciò che vogliono. Grazie a questo atteggiamento affrontano e risolvono i problemi man mano che si presentano, ma la loro attenzione rimane fissa sul risultato finale che vogliono ottenere.
Albert Ellis, psicologo statunitense definito come uno dei tre più influenti psicoterapeuti del XX secolo, dice che la fonte ultima delle nevrosi è la nostra abitudine ad incolpare: “Possiamo individuare l’essenza della nevrosi in una sola parola: biasimo o dannazione. Se tu smettessi, davvero smettessi, di rimproverare te stesso, gli altri e le condizioni esterne, scopriresti che è quasi impossibile turbarti emotivamente, per qualsiasi cosa. Sì, qualsiasi cosa”.
Stai incolpando qualcuno o qualche circostanza per come ti senti?
Smettila di farlo ed individua cosa è in tuo potere fare per cambiare la situazione esterna o il modo in cui la stai vivendo.
#5. Decidiamo dove dirigere la nostra attenzione
Non è incredibile come, una volta un amico ci parla di un’auto nuova, improvvisamente vediamo quella marca e quel modello ovunque?
Sai perché accade?
Perché siamo costantemente bombardati da trilioni di stimoli, la maggior parte dei quali non arrivano mai alla nostra consapevolezza cosciente. (Per esempio, non sentite i vostri vestiti sulla pelle finché non ve ne parlo). Una piccola parte del nostro cervello chiamata RAS, il Sistema Reticolare Attivatore Ascendente, filtra tutti questi stimoli e ne consegna una piccola frazione alla nostra mente cosciente. Ora, quando ci concentriamo su qualcosa (come una nuova auto, un’emozione forte, ecc.), stiamo fondamentalmente dicendo al nostro RAS di cercare nel nostro ambiente e di aiutarci a trovare più cose come quelle – ecco perché, quando ci parlano di una nuova auto improvvisamente la vediamo ovunque.
Ciò che è affascinante è che questo si applica a tutto ciò su cui ci concentriamo.
Se pensiamo costantemente a come la nostra vita fa schifo o il nostro capo è fastidioso, troveremo costantemente prove a sostegno della nostra posizione.
E se ci concentriamo costantemente su quanto sia fantastica la nostra vita e su tutte le benedizioni che abbiamo, troveremo costantemente prove a sostegno di quella posizione.
Quindi, su cosa è meglio concentrare la nostra attenzione?
Marci Shimoff nel suo libro “Felici senza motivo” scrive: “Abbiate l’intenzione di notare ogni cosa buona che vi accade: ogni pensiero positivo che avete, qualsiasi cosa che vedete, sentite, assaggiate, sentite o annusate che vi porta piacere, una vittoria che sperimentate, una svolta nella vostra comprensione di qualcosa, un’espressione della vostra creatività. Questa intenzione attiva il RAS che permette di portare alla tua attenzione qualsiasi cosa importante. Avete mai comprato un’auto e poi improvvisamente avete iniziato a notare la stessa marca di auto ovunque? È il RAS al lavoro. Ora puoi usarlo per essere più felice. Quando decidi di cercare il positivo, il tuo RAS si assicura che sia quello che vedi”.
Usare il RAS a nostro vantaggio ci permette di vedere delle possibilità che magari non avremmo mai colto.
#6. Ricordiamoci la regola n.6
Un primo ministro fa visita ad un altro primo ministro e mentre i due sono seduti in una stanza a discutere di affari di stato, improvvisamente un uomo molto arrabbiato irrompe, urlando e battendo i pugni sulla scrivania. Il primo ministro residente lo ammonisce: “Peter, ricorda la regola numero 6”, al che Peter ritrova immediatamente la calma totale, si scusa e si ricompone. I politici tornano quindi alla loro conversazione, quando dopo venti minuti una donna isterica entra nella stanza gesticolando e gridando selvaggiamente. Di nuovo l’intruso viene accolto con le parole: “Marie, per favore, ricorda la regola numero 6”. La calma assoluta scende ancora una volta e anche lei si ritira con un inchino e delle scuse.
Quando la scena si ripete per la terza volta, il primo ministro in visita si rivolge al suo collega: “Mio caro amico, ho visto molte cose nella mia vita, ma mai niente di così straordinario come questo. Saresti disposto a condividere con me il segreto della regola numero 6?”.
“Molto semplice”, risponde il primo ministro residente. “La regola numero 6 è ‘Non prenderti così dannatamente sul serio’”. “Ah”, dice il suo visitatore, “questa è una bella regola”. Dopo un momento di riflessione, chiede: “E, se posso chiedere, quali sono le altre regole? “Non ce ne sono”.
Mi viene da sorridere ogni volta che rileggo questa storia. Ti stai prendendo un po’ troppo sul serio? Se sì, ricorda la Regola n.6 e vedrai che quante nuove possibilità si apriranno per il solo fatto di scherzare su te stesso e prenderti un po’ più alla leggera.
Imparare l’arte della possibilità e integrare queste pratiche nella vita quotidiana ci apre ad opportunità che inizialmente non avevano nemmeno immaginato, può ispirarci a godere di nuove esperienze, aumenta la nostra autostima e rende la vita più emozionante.
Testi per approfondire
- Marci Shimoff, Felici senza motivo
- Rosamund Stone Zander, Benjamin Zander, The Art of Possibility: Transforming Professional and Personal Life
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