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Le emozioni sono un aspetto importante e fondamentale della nostra vita. Danno colore alla nostra esistenza, aggiungono sale alle nostre esperienze. Senza le emozioni saremmo come una barca ferma in un porto.

Felicità, gioia, stupore, gratitudine, amore, meraviglia, serenità sono emozioni che ci fanno sentire bene.

Altre emozioni come la rabbia, la tristezza, la gelosia, il disgusto, la paura, la solitudine o il rifiuto, invece possono essere difficili e dolorose: perché possono essere intense, perché le proviamo troppo spesso o ci soffermiamo troppo a lungo su di esse.

Emozioni: impariamo a riconoscerle per stare meglio con noi stessi e con gli altri. Tutti vorremmo vivere solamente emozioni positive, quelle che ci danno un senso di benessere, e lasciare fuori dalla porta quelle negative, quelle che creano malessere. Ma sappiamo che non è possibile. Ciò che possiamo fare è imparare a riconoscere le emozioni ed essere consapevoli di quello che proviamo. Questo vale sia per le emozioni che ci fanno stare bene sia per quelle che ci fanno stare male: riconoscerle ci permette di gestirle e di non farci sopraffare oppure di apprezzare maggiormente ciò che stiamo vivendo, di vedere cosa ci ha fatto sentire in quel modo per poter rivivere l’esperienza. 

Emozioni: impariamo a riconoscerle

Emozioni: impariamo a riconoscerle

Le emozioni che ci fanno stare bene

Ecco degli esempi: lo stupore ci porta all’esplorazione, all’apprendimento di cose nuove e ci fa sentire elettrizzati e vivi; ciò che abbiamo scoperto può portarci un senso di piacere e di soddisfazione. Essere consapevoli di questo ci permette di cercare altre esperienze per sperimentare nuovamente lo stupore.

Il senso di meraviglia è dato dal contatto con la bellezza, con qualcosa che sentiamo essere indescrivibile e sappiamo dire solo ‘wow’: un tramonto, un paesaggio spettacolare, un’opera d’arte… il senso di meraviglia ci porta a sentirci parte del tutto, di qualcosa di più grande. 

La gratitudine nasce quando riceviamo un dono, anche piccolo e inaspettato, un gesto, del tempo dedicato da parte di qualcuno. Porta a volersi aprire all’altro, in qualche modo a rimettere in circolo l’atto gentile che ci ha fatto sentire così bene: la gratitudine è il seme della gentilezza.

Proviamo a pensare alle emozioni che ci fanno sentire bene e per ogni emozione pensiamo:

  • cosa succede quando ci sentiamo così? Quali eventi accadono? 
  • Cosa porta con sé questa emozione?

I sentimenti positivi creano un senso di felicità e benessere. Possiamo prendere l’abitudine di notare e concentrarci su ciò che c’è di buono nella nostra vita, anche le piccole cose, come per esempio l’apprezzamento per un piatto che abbiamo cucinato, la soddisfazione per essere riusciti a portare a termine una piccola sfida e così via.

Emozioni: impariamo a riconoscerle

Le emozioni che ci fanno stare male

Per identificare le emozioni possiamo fare una scansione del nostro corpo.

Provo un’emozione e mi chiedo: c’è un punto del corpo nel quale la sento? Per esempio, sento il viso bollire? Sono tesa? Tremo? Sento un nodo allo stomaco? Mi sento avvampare? Ho i brividi?

Non nascondiamo a noi stessi quello che proviamo, ma cerchiamo di dare un nome a ciò che sentiamo: se facciamo finta di niente, non è che le emozioni se ne vanno. Anzi, magari si ingigantiscono e poi esplodono!

Chiediamoci: perché ci sentiamo in quel modo? Cerchiamo di capire cosa è successo che ci ha fatto sentire così.

Per esempio: Non sopporto Giovanni, un mio collega, e sono arrabbiata con lui.

Cosa è successo? Cosa ha scatenato la mia rabbia verso di lui? – Abbiamo appena finito una riunione di lavoro.

È successo qualcosa in questa riunione che mi ha dato fastidio? – Si è preso lui tutto il merito per un lavoro di gruppo. Non è la prima volta che succede quando si lavora a progetti in gruppo: tutte le volte lui si prende il merito di avere fatto il lavoro, quando invece il lavoro è stato svolto insieme ad altre persone che hanno messo le loro competenze e il loro tempo.

Con queste semplici domande, ho capito cosa mi dà fastidio di Giovanni e perché sono arrabbiata con lui. Sicuramente mostrare la mia rabbia a Giovanni non risolve nulla, anzi magari lo farebbe sentire superiore. Con questa consapevolezza posso per esempio pensare di parlare pacatamente con Giovanni e di portare alla sua attenzione questa sua modalità di fare. Oppure posso evitare che lui prenda il controllo di un progetto, o ancora, posso evitare di rimanere in un angolino, ma essere più assertiva e prendermi il mio spazio.

Non giudicare le tue emozioni

È importante non giudicarsi per le emozioni che proviamo: accettiamo quello che proviamo, e facciamo qualcosa per andare oltre questo sentire.

È utile non identificarci nell’emozione che proviamo: noi, o meglio, una parte di noi prova della rabbia, ma noi non siamo quella rabbia. Possiamo prendere distanza dall’emozione senza per questo negarla: siamo consapevoli dell’emozione, ma non ci lasciamo trascinare da essa.

Possiamo imparare a cambiare il nostro umore: con un atto di volontà ci spostiamo da uno stato d’animo negativo a uno positivo. Rimanere aggrovigliati in uno stato d’animo negativo porta a pensarci continuamente e ad ingarbugliare ancora di più la matassa: proviamo a fare cose che ci mettono allegria e che ci fanno stare bene. Possiamo fare una passeggiata, guardare un film divertente, uscire con gli amici…

Le emozioni sono una costante della nostra vita…  imparare a riconoscerle e a gestirle ci può aiutare a vivere meglio. Se vuoi approfondire l’argomento, ti invito a scaricare l’e-book gratuito “La giostra delle emozioni”, che riceverai iscrivendoti alla Newsletter, dove troverai una sezione dedicata all’Atlante delle Emozioni di Paul e Eve Ekman commissionato dal Dalai Lama.

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