È inverno. L’inverno non è una stagione che amo particolarmente. Freddo, buio. Una stagione scarna, antipatica. È un periodo dell’anno in cui faccio fatica a trovare la motivazione a passare del tempo fuori. In definitiva per l’inverno non sono mai pronto.

Quest’anno voglio però considerare l’inverno da un’altra prospettiva.

Mi sono chiesto, cosa posso imparare dall’inverno?

Guardarsi dentro per crescere

Così ho cominciato a vedere che la natura non sta morendo, ma sta solo dormendo. Sta riposando. E dentro, sotto, in un luogo non visibile, c’è una magia che accade. Alla natura questo riposo serve per poter essere fruttuosa in primavera e in estate. Un seme deve essere sepolto nel terreno e riposare prima di poter crescere. Una pianta ha bisogno del freddo dell’inverno e di un tempo di ricarica per poter germogliare di nuovo.

La prima lezione che possiamo imparare dall’inverno è che c’è un tempo per fiorire e uno per riposare. C’è un tempo per chiudersi dentro se stessi necessario a ridare nuova energia nelle stagioni successive.

Così il buio ci dà la possibilità di andare dentro e riflettere su chi siamo e cosa vogliamo.

In questo modo possiamo apprezzare la bellezza di passare più tempo con noi stessi. Perché è anche qui, nell’oscurità e nel silenzio che impariamo le nostre lezioni, che siamo sfidati e costretti a crescere. È nello scavare in profondità dentro noi stessi che ci scopriamo e ci conosciamo intimamente.

L’inverno ci invita alla riflessione e ad ascoltarci più attentamente. Gli alberi diventati dormienti per la stagione ci insegnano la cura di sé e l’immobilità.

La natura si sta ricaricando, si sta sviluppando, sta facendo aggiustamenti per rifiorire nuovamente. Senza l’inverno, le piante non potrebbero avere la primavera. Hanno bisogno del freddo e delle avversità. Hanno bisogno di un posto in profondità per nascondersi e riposare.

E noi siamo lo stesso. Nel mondo in cui viviamo non ci prendiamo il tempo necessario per ricostruirci e recuperare. Fuori è buio e immobile perché è il momento di riposare. Senza l’inverno, non potremmo crescere.

Cosa possiamo imparare dall’inverno lasciare

Stare con le nostre vulnerabilità

Un’altra cosa che possiamo imparare dall’inverno è l’importanza di mettersi a nudo. L’autunno ha fatto il suo corso, le foglie sugli alberi hanno raggiunto il loro picco, hanno avuto il loro momento di brillare in modo vibrante e ora si sono completamente arrese alla loro morte. Il vento ha scosso le ultime foglie morte dai rami degli alberi che ora stanno nudi ed esposti, aperti e vulnerabili alla pioggia, alla neve e agli elementi.

Un invito a tagliare, a scuotere e abbandonare le cose morte lungo la strada. Perché la potatura e il lasciare andare libera spazio per produrre nuovamente frutta. È proprio ciò che permette la crescita.

La stagione invernale, quindi, ci invita a fermarci aperti e indifesi, dopo l’abbandono (autunnale) di progetti, relazioni, oggetti o qualsiasi altra cosa non più utile. L’inverno ci chiede di rimanere esposti. Vuoti. Vulnerabili. È un’esortazione a prendere contatto con le nostre fragilità e la nostra autenticità.

Permettiamo quindi alle nostre foglie di staccarsi dai nostri rami ogni tanto.  Apriamoci agli altri o facciamo qualcosa che ci lasci un po’ insicuri o esposti. Con i nostri rami spogli potremmo scoprire nuove storie di noi.

Cosa possiamo imparare dall’inverno vulnerabilità

Il valore della quiete

Infine un’altra cosa che possiamo imparare dall’inverno è che la vita non è solo un fare veloce. La vita ha diverse velocità e ci sono anche periodi di quiete dove si va avanti più lentamente.

Viviamo in una società che sopravvaluta il fare, dove prevale il nostro bisogno di realizzarsi, di essere visti, o il desiderio di ottenere risultati continuamente. Fare è certamente importante, ma non è tutto. Culturalmente, crediamo che non ci sia tempo per stare fermi, ma solo per fare. E qualsiasi attività che non abbia risultati immediati è spesso bollata come improduttiva. Non siamo capaci di stare fermi e semplicemente essere.

Quando ci avviciniamo alla vita con un atteggiamento abituale di fretta di fare e portare a termine, arriviamo al punto in cui ci rendiamo conto che quel correre non è più sostenibile. La tendenza a essere costantemente intrattenuti, occupati e distratti ci dà un falso senso di progresso. Prendersi il tempo, apprezzare la quiete e la lentezza del procedere ci fa bene e ci riconnette con i nostri valori. Permette di fare partendo dall’essere.

Abbracciare le stagioni

Sintonizziamoci con le stagioni per viverle per quello che sono. In natura c’è un ciclo naturale di alternanza che appartiene anche a noi.

Ogni stagione è un dono. È piena di bellezza e di opportunità per crescere. Entriamoci dentro e viviamo pienamente ciò che ha da offrirci.

In inverno, proprio come le piante, anche noi brilliamo nel buio, anche se nessuno può ancora vederlo.

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