Riflessione
Prima di entrare nel tema di come stabilire dei sani confini, condivido una riflessione sui confini relativa al periodo che stiamo vivendo.
In questo anno siamo stati confinati ma a mio avviso, quasi come risposta inconscia a questo, c’è stato uno sconfinamento generale. Ci è stato imposto un limite fisico, nelle nostre case, nelle relazioni, nel lavoro e sotto tanti altri aspetti, ma lo sconfinamento su altri livelli è molto evidente: non c’è più un confine tra vita privata e lavoro. Per esempio, con il lavoro trasferitosi online e la creazione di gruppi WhatsApp e Facebook, non c’è una fine della giornata lavorativa e un inizio: ci sono post, messaggi a tutte le ore, anche a mezzanotte, il sabato e la domenica.
Oppure nelle chat di gruppo, decine di messaggi al giorno, con foto su foto di qualsiasi cosa capiti a tiro, senza pensare che tutto questo riempie la memoria dei cellulari degli altri componenti del gruppo, per non dire del tempo che uno deve passare a leggerli tutti… perché, poi sicuramente non si è iscritti a un solo gruppo!
Oppure ancora messaggi vocali giornalieri lunghissimi di persone che sono in coda e ti raccontano cose su cui si dilungano prima di arrivare al dunque. E poi l’invadenza delle mail, delle offerte, delle proposte…. cos’altro?
Abbiamo mai pensato che tutto questo ci ruba tempo?
Credo che in questo anno sia sparita quella qualità di entrare nella vita delle persone con pudore, quasi in punta di piedi per non disturbare, rispettando, appunto, i confini dell’altro.
Ci hanno messo dei limiti, ma per non sentirci stretti abbiamo strabordato abbattendo altri limiti e sconfinando nella vita delle persone.
Articolo “Come stabilire dei sani confini e proteggere il tuo spazio”
Sei al lavoro, concentrato su qualcosa che devi finire il prima possibile, e arriva un collega che si piazza alla tua scrivania, ti interrompe e ti racconta la sua serata nei minimi dettagli, senza considerare i tuoi timidi tentativi di chiudere la conversazione per continuare il tuo lavoro e finirlo in tempo.
Una tua conoscente viene a trovarti, e come se niente fosse, ti apre la credenza della cucina per prendersi un bicchiere: tu rimani di stucco perché pensi che non avete poi tutta quella confidenza e ti senti invasa!
Sei con un amico e la conversazione vira su un argomento di cui non ti va di parlare; lo fai presente, ma lui continua imperterrito.
Ti è mai capitato di trovarti in una situazione simile? Come ti sei sentito/a?
Questi sono dei piccoli esempi di invasione dello spazio personale di una persona: il collega che racconta la sua serata incurante del fatto che l’altra persona stia lavorando, sta invadendo il suo spazio non tenendo conto delle sue esigenze.
I confini ci aiutano a stabilire la nostra identità. Sono un limite e uno spazio tra te e l’altra persona; un luogo chiaro dove tu inizi e l’altra persona finisce, dicono fino a dove l’altro può arrivare e dove si dovrebbe fermare per non invaderti. È attraverso i tuoi confini che affermi te stesso/a: dentro i tuoi confini ci sono le tue regole, cosa va bene per te.
Attraverso i tuoi confini affermi te stesso/a
I confini proteggono il tuo spazio personale e la tua energia, sono essenziali per relazioni sane e per una vita sana. Per questo è importante stabilire e mantenere dei confini: avere confini sani significa conoscere se stessi e capire quali sono i tuoi limiti.
I confini personali sono limiti fisici, emotivi, spirituali o relazionali che ti definiscono come separato/a dagli altri. Porre dei limiti significa che invece di assumere le credenze, gli standard e il sentire degli altri, entri in sintonia con ciò che è tuo, le tue credenze, il tuo sentire. Imparare a sviluppare un senso di sé più solido ti aiuta a prendere il controllo di ciò che è importante per te e a prendere decisioni che servono il tuo sistema di valori.
Nel momento in cui qualcuno ti chiede di fare qualcosa che non hai il tempo o la voglia di fare, dire “Sì!” è un non avere i propri confini chiari.
Quando stabilisci dei limiti sani, non solo dai forza a te stesso/a, ma puoi anche dare forza agli altri nell’assumersi la responsabilità e iniziare a risolvere i loro problemi perché li aiuti ad accedere alle loro forze interiori e a muoversi verso la realizzazione del loro potenziale. Diversamente cercheranno continuamente risposte e soluzioni al di fuori di loro stessi, sentendosi incapaci e impotenti.
È importante chiarire che stabilire dei confini non vuole dire chiudere la porta alle persone, ma vuole dire mantenere la propria identità, conoscere chi sei, quali sono le tue esigenze, sapere fino a dove puoi/vuoi arrivare e fino a dove gli altri possono arrivare senza invaderti.
Spesso capita che siamo incapaci di dire all’altro quale è il nostro confine e questo accade perché abbiamo paura di essere rifiutati. Quando l’altro ci invade, ci sentiamo delle vittime e ci arrabbiamo, inconsapevoli che la ragione della nostra rabbia è proprio l’invasione che in fondo siamo noi ad avere permesso.
I confini sono una forma di rispetto
Quando conosciamo bene noi stessi, possiamo spostare i nostri confini a secondo della situazione.
I confini malsani sono spesso caratterizzati da un debole senso della propria identità e dal sentirsi incapaci nel prendere decisioni riguardo alla propria vita. Questo ci porta a fare affidamento su altre persone per le responsabilità decisionali per cui ignoriamo i nostri confini per compiacere l’altro, anche se chiede troppo e sempre, critica, invade, ci controlla e questo ci infastidisce. Non sappiamo delimitarlo e neppure delimitare noi stessi.
Per esempio, nelle relazioni co-dipendenti non ci sono confini sani. I confini dell’individuo vengono rimossi, tanto che uno sacrifica la propria identità per ottenere l’amore esterno e l’affetto che brama soddisfacendo i bisogni e le aspettative di un altro. Quando si sacrifica la propria identità per soddisfare le aspettative di un altro, si perde il senso di sé insieme alla propria autostima.
I confini sono una forma di rispetto di sé e dell’altro. Quando non rispettiamo i nostri, permettiamo agli altri di oltrepassarli e di invaderci; se siamo noi a non rispettare quelli dell’altro, siamo noi ad invadere.
Quando i confini non sono chiari, c’è sempre confusione su quale sia la nostra identità, su cosa è nostro e cosa invece è dell’altro. Non esiste più uno spazio personale che diventa uno spazio di “tutti”.
Essere consapevoli di questo ci porta a rafforzare il nostro perimetro, anche ad allargarlo ancora di più con persone che sentiamo essere manipolative e che tendono a prendersi tanto spazio.
Quali sono i nostri confini
Possiamo stabilire dei limiti con lo spazio fisico, i pensieri, le relazioni, i contenuti, le emozioni, il tempo.
Il confine fisico è il nostro spazio personale, il nostro corpo, la privacy. Ci sentiamo invasi quando qualcuno si avvicina fisicamente troppo, quando vuole sapere cose di noi che riguardano la nostra privacy e che vorremmo tenere per noi, oppure quando non rispetta le ‘nostre’ cose, oggetti e spazi che sentiamo nostri. È anche la nostra zona di comfort rispetto a quanto una persona si può avvicinare in una relazione.
I confini mentali sono le nostre opinioni, i nostri pensieri, quello in cui crediamo e di cui siamo convinti. Ci sentiamo invasi quando qualcuno non rispetta il nostro pensiero. Stabilire dei limiti intorno agli argomenti di conversazione inappropriati di cui non siamo disposti a parlare, può garantire che non si venga trascinati in conversazioni indesiderate. Se conosciamo bene questi confini, non ci lasciamo influenzare dal pensiero altrui.
Torniamo all’esempio del collega e vediamo come definire un confine sano: invece di dire qualcosa timidamente, dì in modo educato ed assertivo “Sarei felice di ascoltarti/aiutarti, ma sono concentrato su questo compito ora, verrò da te quando avrò finito”. Questo tipo di comunicazione rispetta la tua gestione del tempo e l’efficacia del lavoro, e ti permette di essere pienamente presente quando ascolti quel collega. Per questo è importante imparare come stabilire dei sani confini.
Come stabilire dei sani confini
#1. Identifica con chiarezza quali sono i tuoi confini
Il primo passo da affrontare è quello di identificare quali sono i tuoi confini: fino a dove può arrivare l’altro? Dove si deve fermare? Qual è la linea oltre la quale non può andare? Quali sono i bisogni fondamentali ed i valori personali per cui sono disposto/a a negoziare per accontentare le richieste dell’altro?
Per esempio, quanto tempo sono disposto/a a dare, oppure quanto denaro? Quanto sono disponibile? Quanto sono disposto/a a tollerare? Quali comportamenti sono disposto/a ad accettare?
Considera ciò che puoi tollerare e accettare e ciò che ti fa sentire a disagio o stressato/a.
Ci sono confini che sono negoziabili e altri che non lo sono. Occorre avere ben chiaro quali sono gli gli uni e gli altri per decidere cosa accettare nella relazione con l’altro, cosa considerare come intollerabile e indicativo della necessità di riconsiderare gli equilibri.
#2. Comunica con chiarezza quali sono i tuoi confini
Non è sufficiente creare dei confini. Il secondo passo è quello di comunicare quali sono i tuoi confini.
Una volta che hai comunicato all’altro in modo chiaro, diretto e semplice quali sono le tue aspettative e i tuoi confini, devi però rimanere coerente: non puoi dire una cosa e subito dopo spostare il confine, altrimenti non saresti più credibile!
#3. Decidi cosa fare se i confini vengono invasi
Il terzo passo è quello di agire se l’altro valica i confini che avevi imposto. Innanzitutto è importante comunicare assertivamente quando l’altro ha superato un limite. Non fare nulla equivale a invalidare la comunicazione che avevi fatto precedentemente. Non puoi avere il controllo sul fatto che gli altri rispettino i tuoi confini (questa è una cosa che spetta a loro), ma puoi avere il controllo su come tu agisci rispetto a una invasione dei tuoi confini.
#4. Impara a dire di “no”
Non è facile dire “no”. Con il “no” stabilisci e fai rispettare i tuoi confini.
Se dici di “no” potresti sentirti in colpa perché senti di non essere una buona figlia o un buon padre, mentre nel dire “sì” ci si sente svuotati e sfruttati perché cedi per soddisfare i bisogni e le aspettative degli altri quando dentro di te senti che vorresti dire “no”, e questo può causare tanto stress.
È importante imparare a dire “no” quando è necessario e allontanarti da situazioni che non sono salutari.
I confini come abbiamo visto non riguardano solo le relazioni, per esempio potrebbe essere necessario mettere dei confini anche nell’ambito lavorativo inteso come tempo. Se la giornata lavorativa è di otto ore al giorno, ma i colleghi rimangono almeno 10 o 11, c’è un’aspettativa implicita di andare oltre nell’orario di lavoro. Ma questo vuole dire che il “tempo lavoro” sconfina nel “tempo vita” inteso come il tempo dedicato alla famiglia, alle proprie passioni, ad altre cose che fanno parte della propria vita. Dire di “no” a questo sconfinamento significa anche recuperare il benessere nel fare cose che ci rilassano.
Concludendo, i confini sono un’abilità che affiniamo man mano che conosciamo noi stessi, chi siamo, quali sono i nostri bisogni e il nostro sentire. Quindi stabilire dei confini sani e farli rispettare altro non è che onorare se stessi, essere autentici e portare fuori la propria voce e la propria individualità.
Letture per approfondire
- Henry Cloud, John Townsend – Confini. Quando dire sì, come dire no, per riacquistare il controllo della propria vita
- Paolo Ragusa, Imparare a dire no
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